6.3.15

GLI ANNI AL CONTRARIO




Ogni tanto commetto l'errore di leggere il libro del momento. Quello che consigliano i personaggi famosi, gli intellettuali simpatici e rispettabili, quelli da cui ti aspetti una valutazione attendibile oltre che sincera. 
Qualche giorno fa ho finito di leggere Gli anni al contrario.
Titolo bellissimo, trama potenzialmente interessante, ambientazione un po' prevedibile (benedetti anni Settanta, che avremmo visto al cinema o scritto senza di voi?), amore e impegno politico. Sembre che non manchi proprio niente per fare di questo un esordio di successo, ma ovviamente non si può piacere a tutti.

La storia ripercorre la vita di due giovani, fino alla morte di lui.
Aurora e Giovanni si conoscono quando sono studenti universitari, vengono da famiglie con idee politiche diverse ma sostanzialmente accomunate da una certa agiatezza economica dovuta in entrambi i casi alla professione dei padri. Cosa facciano le madri, se lavorano, se hanno idee politiche o di altro genere non è dato saperlo. C'è qualche accenno alle occupazioni delle madri solo quando si parla di cosa cucinare (il pescespada, ovviamente il piatto preferito del figlio).

Si innamorano, Aurora resta incinta dopo una vacanza, si sposano con rito civile e vanno a vivere in una "casa in miniatura" a spese dei genitori, dato che sono ancora entrambi studenti. Resteranno studenti finchè dopo la laurea Aurora diventa insegnante e Giovanni vivacchia.
Dopo la delusione per non aver preso parte attivamente ai movimenti politici e combattenti cui invece avevano aderito alcuni suoi amici, Giovanni entra in una spirale di autodistruzione che non gli dà tregua. Inizia con i sonniferi, poi con le droghe leggere, con l'LSD, infine con l'eroina.

Giovanni è un padre eroinomane e poco affidabile, ma non per questo Aurora decide di intervenire drasticamente nel suo rapporto con la bambina che hanno: la piccola Mara va spesso via col papà, quando poi lui va in una comunità di recupero tra i due nasce un bel rapporto epistolare.

Infine Giovanni si ammala di AIDS, ma è un uomo fortunato perchè nonostante la malattia ha attorno al suo letto amici e parenti che gli danno l'ultimo saluto. In fondo, è stato fortunato nel corso di tutta la sua vita e di tutto il romanzo: non ha mai dovuto lavorare se non saltuariamente, si è costituito per una bomba lanciata in un'azienda ma la cosa non ha alcuna conseguenza, dimentica di badare alla figlia quando se la porta con sè ma la figlia non si perde e non le succede niente.


Insomma, vorrei tanto capire cosa è piaciuto di questo romanzo.
Il fatto che Aurora continui a rimanere fedele a un uomo che tradisce lei e se stesso? Il fatto che si possa amare un padre a dispetto di come il padre si comporta con i suoi figli? Il fatto che si possa vivere bene e fare vacanze in giro per la Sicilia o andare altrove senza dover lavorare per poterselo permettere?
Non c'è bisogno di essere intellettuali di sinistra per capire che non c'è in questo romanzo un solo valore di sinistra ad essere rappresentato. Manca l'impegno serio, manca il rispetto per il lavoro, manca l'equità tra maschi e femmine, manca il sano materialismo di cui a un certo punto abbiamo smesso di parlare per vagheggiare di un tempo perduto che io personalmente non rimpiango per niente.

(Questo post partecipa al Venerdì del Libro di HomeMadeMamma)




Gli anni al contrario
Nadia Terranova
Einaudi, 2015

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